Gli organi contenuti nella pelvi, vescica, utero e retto, sono mantenuti nella loro posizione da un doppio sistema, di sospensione e di sostegno. Sono infatti ancorati alle strutture circostanti attraverso delle fasce, ma sono anche sostenuti, dal basso, dal pavimenti pelvico.

La loro discesa verso il basso viene denominata PROLASSO: si tratta di una condizione che può avere diverse cause e concause (parto, obesità, sport ad alto impatto, lavori pesanti, lassità legamentosa, stitichezza, ecc) aventi tutte un elemento comune, rappresentato dall’aumento della pressione addominale.

Nella prevenzione del prolasso e, ancor più, nella sua presa in carico, oltre a lavorare sul pavimento pelvico è di fondamentale importanza diminuire più possibile le pressioni addominali, agendo sulla postura, sull’attivazione corretta della parete addominale, sul modo di muoversi durante le proprie attività e su alcune abitudini quotidiane.

Tra queste, riveste particolare importanza il comportamento durante la DEFECAZIONE.

Il prolasso e la defecazione si influenzano a vicenda: la postura e le modalità di spinta, se non corrette, possono far peggiorare il prolasso e sono tra le cause di recidiva in caso di intervento correttivo; il prolasso stesso, d’altronde, può essere causa di stipsi terminale, cioè di difficoltà di svuotamento del retto.

Vediamo, di seguito, quali sono gli aspetti che è importante curare durante la defecazione per svuotare bene l’ampolla rettale, evitando di fare troppa pressione sugli organi pelvici:

– Adottare una postura con anche flesse oltre i 90° e colonna ben allungata, simile a quella che si assume sulla turca. A questo scopo, visto che i wc sono tutti piuttosto alti, è necessario appoggiare i piedi su uno sgabello, una bacinella rovesciata o altro tipo di rialzo e, mantenendo la schiena dritta, portare avanti le spalle (testa sopra i piedi). In questo modo la curva tra il retto e l’ano viene spianata, in pratica “si raddrizza il tubo”, così la fuoriuscita del materiale viene agevolata.

– Adottare delle strategie perché le feci siano morbide. A tal fine idratarsi correttamente e curare l’alimentazione; inoltre, cercare sempre di assecondare lo stimolo che, se rinviato, può ripresentarsi anche molto più tardi, addirittura il giorno dopo, con la conseguenza che le feci diventano più dure (nel retto viene riassorbita molta acqua) e la loro espulsione è più difficoltosa.

–  Quando si avverte lo stimolo a defecare,il retto si contrae per svuotarsi; se questo non è sufficiente ed è necessario aiutarlo, forse il termine spingere trae in inganno, perché dà l’immagine di portare qualcosa verso il basso. E’ importantissimo, invece, fare in modo che solo il contenuto esca mentre il contenitore deve rimanere al suo posto, per cui l’azione necessaria è quella di strizzare l’ampolla (immagina, per esempio, di dover svuotare una sac-à-poche). Se mentre stai defecando spingi in apnea e la tua pancia protrude, l’azione che stai producendo sul retto e su tutto il pavimento pelvico è quella di spingere in basso.

Per proteggersi, invece, bisogna rilassare i muscoli del pavimento pelvico; ascoltare la contrazione del retto e spingere meno possibile, solo se questa non è sufficiente; durante la spinta, anziché stare in apnea lasciar uscire una piccola quantità d’aria, come per emettere un suono gutturale; attivare il torchio addominale, cioè attivare tutti i muscoli addominali, anche quelli profondi,  in modo che la pancia  non sporga ma rientri.

– Dopo aver defecato, soprattutto se è stato necessario spingere, è utile mantenere per qualche minuto una posizione declive (per esempio distesa supina con un cuscino sotto il bacino), per favorire la risalita degli organi.

 

In conclusione, è bene ricordare che l’adozione di corrette abitudini quotidiane è parte integrante della riabilitazione del pavimento pelvico, indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento nel tempo degli obiettivi, sia nel trattamento delle disfunzioni, sia per la loro prevenzione, quindi si può dire che defecare correttamente aiuta a prevenire l’insorgenza dei prolassi e a rallentarne la progressione.